Non si vive di solo cibo

Un errore comune è quello di pensare che lo stomaco digerisce solo il cibo. Nulla di più sbagliato. È un organo che ha il compito di digerire anche del nutrimento invisibile: le emozioni. Ebbene sì, tutto è digestione. Si deve digerire il capo, la suocera, la litigata con il partner, l’offesa dell’amica, il meteo, il politico, la bolletta. Dobbiamo digerire tutto quello in cui veniamo immersi quotidianamente. Tutto genera in noi emozioni e, ahinoi, la maggior parte sono tutt’altro che positive. Infatti, statisticamente, ma anche per esperienza personale come terapeuta, per la maggior parte delle persone le emozioni negative copre il 90% del ‘fabbisogno giornaliero’ emotivo totale. Un peso così grande da digerire che neanche il pranzo di Natale di nonna… Un’ingestione continua di negatività che va a creare una vera e propria dipendenza da emozioni negative.

Tutto questo materiale pesante, e spesso non digerito, “rimane sullo stomaco”. Esatto, quante volte avete sentito dire, o detto voi stessi, “non mi va proprio giù!” Oppure “questa frase, parola, atteggiamento, non l’ho digerita?” Molto spesso nei modi dire si cela una realtà nascosta. Non è solo il cibo a rimanere sullo stomaco. Lo è anche tutto ciò che non abbiamo mai detto a quella persona. Tutte quelle circostanze che “buttiamo giù” anche se non ci piacciono. Le situazioni che ci hanno fatto arrabbiare, ma abbiamo dovuto sopportare perché non si può dire questo o quello.

Ecco che lo stomaco, un organo straordinariamente potente, ma allo stesso tempo delicato, si trova a somatizzare tutto questo carico e reagisce con la sua intelligenza. L’unico modo che conosce, per tentare di digerire quelle emozioni (trattandole esattamente come cibo solido) è produrre il suo acido. Risultato? Tanta rabbia, rancore, oppressione e fastidio uguale tanto acido cloridrico.

Il fatto è che questo acido ha un pH particolarmente basso (il pH è l’unità di misura che indica il grado di acidità di una sostanza. Più è basso e più la sostanza è acida). Alla lunga arriva a infiammare le pareti stesse dell’organo che lo produce. Crea una base infiammatoria che si manifesta con il sintomo classico: il famoso bruciore di stomaco, la causa di ulcere peptiche.

Cosa non digerisci?

Tutte le volte in cui tengo una consulenza con qualcuno che mi dice di avere mal di stomaco, lo guido alla fonte. Attraverso un dialogo – l’importanza dell’anamnesi e del rapporto umano è indispensabile – andiamo alla ricerca del “non digerito”. Insieme individuiamo la causa remota, quella che sta alla base. Spesso si incontra una grande quantità di rabbia repressa, o verso qualcuno o, molte volte, verso sé stessi. Un fastidio spesso mosso dal fatto di non essere riusciti a soddisfare le esigenze di chi ci voleva diversi da come siamo.

Questo mi fa pensare alle abitudini dei guaritori olistici di ogni epoca e latitudine. Per prima cosa chiedevano a chi si rivolgeva loro di parlare della propria vita, non solo del sintomo. Proprio perché, la fonte maggiore di stress che attanaglia i poveri organi interni, sono proprio le emotività represse. Con questo non sto suggerendo di confessare al terapeuta tutti i vostri pregressi emotivi (anche se è utile), ma almeno di iniziare a farlo con voi stessi.

Il problema è che quando ce ne accorgiamo, con i classici sintomi, si deve subito intervenire anche nel pratico. Bruciore, reflusso, acidità di stomaco, ecc necessitano di un intervento immediato. Serve una dieta (dal greco diatia, cioè modo di vivere) ad ampio spettro. Abitudini alimentari, atteggiamenti e respirazioni. Si devono cambiare i nutrimenti e come assumerli. Non bastano i famosi antiacidi o, peggio ancora, gli IPP (inibitori pompa protonica). Ricordiamo che il corpo dà messaggi di un problema psicofisico, quindi anche emotivo. Quando l’anima vuole parlarci usa il corpo, zittirlo con farmaci (altro termine ambivalente, significa anche veleno) significa non ascoltare la nostra intelligenza sottile.

Va da sé che è necessario un nuovo stile di vita, ma prima di tutto affrontare nell’immediato i sintomi.    

Un consiglio prezioso per te

Mi è capitato diverse volte di esagerare con certi cibi e di sentire il famoso “bruciore allo stomaco”. Soprattutto quando, andando a cena fuori, non prestavo troppa attenzione al menu. Finiva che tornavo a casa e dovevo aspettare diverse ore prima che il disagio finisse. Un incubo. Questo fino a che non ho trovato un rimedio naturale a base di erbe, che ha del miracoloso. Basta masticarne una compressa e dopo pochissimi secondi il bruciore allo stomaco svanisce. E siccome si tratta di erbe, il beneficio è assicurato.

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Cos’altro fare

Possiamo iniziare fin da subito a migliorare la situazione dando un po’ di tregua alle povere ghiandole gastriche e ai villi intestinali con queste 10 semplici regole:

  1. Non assumere caffè o altre bevande acide gassate, ovvero quelle che contengono co2.
  2. Evita di consumare aglio, pomodori, peperoni, cipolle, melanzane, spinaci.
  3. Fai attenzione alla frutta, evita gli agrumi perché sono molto acidi e concediti solo frutta cotta
  4. Dopo mangiato non stare seduto o sdraiato ma stai in piedi per almeno 10-15 minuti meglio se fai una passeggiata
  5. Una punta di bicarbonato di sodio può aiutarti a tamponare l’eccesso di acido, puoi anche prenderlo prima di coricarti la sera per evitare reflusso notturno
  6. Non ingerire mai niente di freddo
  7. Evita l’alcool
  8. Cuoci al vapore, al forno o saltato in padella ma non friggere
  9. Lascia perdere cibi pronti, condimenti troppo elaborati perché sono pieni di conservanti
  10. Non mangiare dolci e non fumare

Ti consiglio questa ricetta per uno stomaco felice: Riso saltato con verdure e malva

Ti svelo un segreto

In pochi la conoscono, ma esiste una particolare radice giapponese che io uso molto spesso in cucina. Oltre ad avere proprietà addensanti quindi, ottima da aggiungere alle zuppe, ai budini, ai risotti ecc… vanta di una preziosissima qualità antinfiammatoria e protettiva per le pareti dello stomaco. Clicca qui per averla subito anche tu.

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